Dott.ssa Tiziana Dell'Anna

Specialista in ostetricia e ginecologia

Consulente in sessuologia

Patologia vulvare

Prurito, bruciore, dolore o impossibilità ai rapporti sessuali sono sintomi che accomunano diverse malattie che possono colpire la vulva. La vulva è particolarmente esposta alle malattie della pelle che a volte sono molto particolari se non uniche. Formulare una diagnosi corretta per il ginecologo è una vera sfida. Ma lo è ancor di più per la paziente che spesso si trova a dover consultare più di uno specialista prima di ricevere la giusta diagnosi. Questo perché alcune di queste malattie sono piuttosto rare e il ginecologo può avere delle difficoltà che, però, si riducono quando nel suo bagaglio formativo ha acquisito competenze specifiche e ha visto molti casi della stessa malattia.


Nella pratica quotidiana, i quadri possono variare da lievi irritazioni a patologie più serie e invalidanti.


Fra i quadri infettivi, il più frequente è rappresentato dalla candidosi, un’infezione fungina, a decorso benigno anche se con la tendenza a recidivare e a creare, talvolta, condizioni di infezione cronica che possono dare sequele più serie. La vulva può essere sede di ulcere o afte che spesso sono la manifestazione di un’altra infezione piuttosto frequente che è quella da Herpes Simplex. Questa infezione, soprattutto quando ritorna sullo stesso soggetto, entra in diagnosi differenziale con altre malattie della pelle che si possono manifestare a livello vulvare di origine, ad esempio, autoimmune. Sempre tra le infezioni non vanno trascurate quelle da papilloma virus 6 e 11 che determinano l’insorgenza dei condilomi (verruche genitali). E’ bene ricordare che questo tipo di infezione può essere efficacemente prevenuto con la vaccinazione contro il papilloma virus (vedi anche sezione colposcopia).


La vulva può essere sede di dermatiti e dermatosi. Fra le dermatiti utile ricordare quella da contatto a volte scatenata da indumenti colorati o in fibra sintetica, altre volte da detergenti, creme o lubrificanti ma il più delle volte da un oggetto di uso molto comune come gli assorbenti o i salvaslip.


Fra le dermatosi, il lichen scleroso vulvare che in Italia colpisce 2-7 donne su 100. Le cause ad oggi non sono completamente note. Si tratta di una malattia cronica della pelle in cui i fattori ormonali e quelli immunologici svolgono un ruolo fondamentale. Sappiamo infatti che colpisce in età infantile e, in maniera più significativa, in menopausa ma ci sono casi a qualunque età più o meno estesi e trattati molto spesso come infettivi (infezione da candida, ad esempio). Nella gran parte dei casi il ginecologo esperto riesce a formulare la diagnosi solo raccogliendo dettagliatamente i sintomi riportati dalla paziente e facendo l’esame della vulva (o vulvoscopia).


A volte il lichen può associarsi o rendere difficoltosa la diagnosi di lesioni precancerose che se adeguatamente inquadrate e trattate evitano l’insorgenza di veri e propri tumori infiltranti, tipici dell’età più anziana se correlati al lichen, possibili anche in età più giovane quando correlati al papilloma virus.


Tra i tumori della vulva, essendo costituita per lo più da cute, non va trascurata la possibile insorgenza di melanoma. Per questo motivo, il ginecologo deve sempre iniziare la visita ginecologica con l’ispezione della vulva e rilevarne la presenza di eventuali lesioni pigmentate (nevi) da monitorare nel tempo.


La cura della vulva si rende necessaria anche nella cosiddetta atrofia vulvo-vaginale che si può manifestare in menopausa. Oggi si preferisce parlare di sindrome genito-urinaria per sottolineare come la secchezza di cute e mucose provocata dalla carenza di estrogeni tipica della menopausa coinvolga vescica, uretra, vagina e vulva con gradi differenti e differenti necessità di terapia a seconda dei sintomi che la paziente riferisce. 


Un capito a parte merita la vulvodinia, una condizione clinica caratterizzata da dolore cronico nell’area vulvare. Questo dolore può essere descritto come bruciore o come pungente o irritativo e può variare in intensità nel corso della giornata o a seconda delle condizioni. La vulvodinia può essere associata a sensazioni di prurito o gonfiore, essere spontanea o provocata, localizzata o generalizzata.


Le cause esatte della vulvodinia non sono completamente note e la condizione può essere influenzata da una combinazione di fattori fisici, psicologici e ambientali. Alcuni elementi che potrebbero contribuire includono stati infiammatori cronici, infezioni recidivanti, squilibri ormonali, traumi fisici o sessuali, stress, ansia o depressione.


Poiché la vulvodinia è una condizione complessa e può variare notevolmente da persona a persona, il trattamento spesso coinvolge un approccio multidisciplinare in cui risulta fondamentale il lavoro di equipe. Ciascun professionista coinvolto mette a disposizione le proprie competenze in sinergismo con quelle dei colleghi per arrivare ad una terapia che porti al miglioramento progressivo dei sintomi. Il percorso può includere terapie fisiche, farmaci locali o per bocca, terapia cognitivo-comportamentale, biofeedback e altre opzioni come, ad esempio, adeguati programmi di nutrizione o correzione di difetti posturali, a seconda delle cause sottostanti e dei sintomi specifici di ciascuna donna.


È importante che le persone che sospettino di soffrire di vulvodinia cerchino l'assistenza di un medico, come un ginecologo esperto sull’argomento e che questo possa avvalersi di una equipe a cui affidare la paziente dopo la stesura di un programma da rivedere periodicamente per ottimizzare la terapia a seconda dei risultati raggiunti. 

 

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